Sino a circa due secoli fa, chi sostenesse d'aver visto cadere una pietra dal cielo poteva essere preso per visionario. Ciò per preconcetti risalenti dalla filosofia aristotelica: non si poteva accettare che lo spazio tra i corpi celesti potesse essere "contaminato" da alcunché, tanto meno da rocce.

Per questo motivo lo studio delle meteoriti è un ramo dell'astronomia abbastanza recente.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE METEORITI

Una classificazione ancora in uso ma che risale al 1863 per merito di Nevil Story-Maskelyne, professore di mineralogia a Oxford, suddivide le meteoriti in tre classi principali: Aeroliti, Sideroliti e Sideriti.

Per aeroliti si intendevano le meteoriti prevalentemente costituite di pietra, per sideroliti invece quelle costituite da pietra e metallo in parti pressoché uguali, infine per sideriti quelle costituite prevalentemente di metallo. Successivamente si è passati a sistemi di classificazione via via più dettagliati.

Quello più usato attualmente è riportato in modo estremamente sintetico qui di seguito.

Le aeroliti si dividono in Condriti e Acondriti.

Le Condriti sono così denominate perché nelle rocce che le costituiscono sono quasi sempre evidenti le condrule, piccole sferule composte di silicati. Queste si sarebbero originate durante le prime fasi evolutive del Sistema Solare e probabilmente sono state tra i primi corpi a formarsi dalla nebulosa protoplanetaria, molto prima quindi della formazione dei pianeti.

Le condriti sono frammenti di asteroidi che per le loro piccole dimensioni non hanno mai subìto processi di fusione totale e quindi non hanno sofferto processi di differenziazione chimica, come ad esempio è avvenuto per la Terra o la Luna.

Le rocce che compongono questo tipo di meteoriti, si presentano a noi quasi inalterate dal momento della loro formazione, avvenuta approssimativamente 4,5 miliardi di anni fa.

Sezione di una delle meteoriti della celebre caduta verificatasi ad Allende, Messico, nel 1969. Le numerose condrule visibili nella foto si presentano di aspetto approssimativamente circolare.

Le condriti si dividono in gruppi denominati con le lettere E, H, L, LL, C.

La E sta ad indicare le condriti enstatiti (da enstatite che è un pirosseno Mg2Si2O6), le lettere H, L, LL si riferiscono al contenuto di ferro, H da High cioè alto contenuto di ferro, L da Low, basso contenuto di ferro e LL che sta ad indicare le condriti con basso contenuto di ferro e di metallo.

La lettera C rappresenta le condriti carbonacee, così denominate per l'elevato contenuto di carbonio.

Quasi sempre alla lettera C fa seguito un'altra lettera che serve a definire meglio questa specifica tipologia, ad esempio CM sta ad indicare le meteoriti carbonacee assomiglianti a quelle cadute a Mighei, Ucraina nel 1889.

Alle lettere fa seguito un numero compreso tra 1 e 6, che sta ad indicare il gruppo petrologico, cioè il grado di metamorfismo. Più alto è il numero, maggiore è il metamorfismo subìto dalla roccia durante la sua storia evolutiva. Ad esempio le meteoriti di Allende (vedi foto in alto), sono delle CV3, cioè Condriti carbonacee assomiglianti a quelle cadute a Vigarano, Ferrara nel 1910.

Il primo gruppo petrologico sta ad indicare un metamorfismo non molto accentuato: infatti, le condrule non mostrano significative alterazioni e si stagliano molto bene dalla matrice.

Invece, sempre a scopo esemplificativo, se prendessimo in considerazione delle condriti appartenenti al gruppo petrologico 6, queste presenterebbero la maggior parte delle condrule frammentate e comunque non ben distinguibili dal resto della roccia.

Meteorite caduta a Mbale, Uganda, il 14 agosto 1992. E' una condrite appartenente al gruppo petrologico 5/6, infatti, ci sono poche condrule evidenti. Soltanto una condrula color avorio si staglia molto chiaramente sulla matrice.

(Collezione Maurizio Eltri)

Le acondriti sono meteoriti pietrose che, come le sideroliti e sideriti, derivano da asteroidi che hanno subìto processi di differenziazione chimica. Vale a dire che i corpi progenitori hanno attraversato durante la loro storia evolutiva, una fase di completa fusione delle rocce.

In tali condizioni la differenziazione può verificarsi per la migrazione degli elementi pesanti verso il centro, e di quelli più leggeri verso la superficie.

Le rocce di cui sono composte le acondriti hanno perso le caratteristiche del materiale originario e ovviamente non possono contenere condrule.

Le acondriti sono suddivise in vari gruppi : Quelle che derivano da rocce condritiche fuse, ma ancora non molto differenziate dal punto di vista chimico, sono le Acapulcoiti, Winonaiti e Lodraniti.

Inoltre vi sono: le Angriti, Aubriti, Ureliti e Brachiniti. Altre acondriti possono essere associabili a corpi specifici come le HED cioè Howarditi, Eucriti e Diogeniti, che probabilmente sono frammenti dell'asteroide Vesta. Invece l'acronimo SNC vale per Sergottiti, Nachiliti e Cassigniti che sono meteoriti provenienti da Marte.

Il motivo per il quale possiamo trovare sulla Terra frammenti provenienti da Marte o dall'asteroide Vesta, è dovuto all'impatto su tali corpi di meteoroidi di notevoli dimensioni. L'energia liberata da tali impatti, oltre a generare grossi crateri, è stata sufficiente per scagliare delle rocce nello spazio a velocità tali da poter sfuggire al campo gravitazionale.

Questi nuovi meteoroidi descrivono orbite indipendenti occasionalmente possono entrare in collisione con il nostro pianeta provocando la caduta di queste particolari meteoriti.

Per lo stesso motivo esistono pure delle meteoriti di provenienza lunare (Lunaiti).

Queste meteoriti sono suddivise essenzialmente in due gruppi: quelle prevalentemente basaltiche, che provengono dai mari lunari e quelle costituite da brecce d'impatto, provenienti dalle terre alte lunari.

Attribuire la provenienza di alcune meteoriti a specifici corpi del Sistema Solare, è possibile seguendo più metodologie. In particolare, per le meteoriti di provenienza lunare o marziana, si è anche trovata una perfetta corrispondenza con le abbondanze isotopiche trovate rispettivamente, nelle rocce portate a terra dalle missioni Apollo e con le analisi ottenute dalle sonde sulla superficie di Marte.

Meteorite d'origine lunare trovata in Oman il 3 gennaio del 2003. Le parti chiare sono di anortite,

(
Collezione M. Eltri)

Le sideroliti sino a non molto tempo fa erano suddivise in due gruppi: le Pallasiti e le Mesosideriti.

Attualmente queste ultime sono state raggruppate tra le acondriti, pertanto alle sideroliti si associa solo il primo tipo, cioè le pallasiti. Queste sono composte di una lega di ferro-nichel e olivina, con la parte metallica che ha una struttura assomigliante a quella di una spugna, con gli spazi vuoti riempiti di olivina. Tra tutti i tipi di meteoriti queste sono sicuramente le più belle e per questo motivo talvolta sono usate in gioielleria.

Le Pallasiti devono essersi originate in strati molto profondi e vicini al nucleo di asteroidi, che hanno subìto processi di differenziazione e che per questo motivo dovevano essere stati corpi di dimensioni notevoli, probabilmente di diametro superiore ai 100-200 km.

Pallasite trovata a Imilac, deserto di Atacama, Cile. Si notano chiaramente le inclusioni d'olivina all'interno della matrice di ferro-nichel.

(Collezione M. Eltri)

Le Sideriti sono meteoriti composte prevalentemente di una lega di ferro-nichel che derivano da frammenti del nucleo di grandi asteroidi. Sono normalmente suddivise in gruppi, sia in base a caratteristiche strutturali che chimiche.

Le caratteristiche strutturali vengono evidenziate se si sottopone una parte tagliata e levigata della meteorite all'azione corrosiva di una soluzione acida, chiamata Nitol, composta dal 97 % di etanolo e dal 3 % di acido nitrico. Tale trattamento nella maggior parte delle sideriti mette in evidenza quelle che sono conosciute come figure di Widmanstatten: un intreccio di tipo lamellare di due minerali diversi della stessa lega ferro-nichel e precisamente, la kamacite, che contiene una bassa percentuale di nichel e la taenite che ne è più ricca.

L'acido corrode più facilmente la kamacite: è per questo che si rende evidente la struttura, che oltretutto costituisce una caratteristica riscontrabile solo nelle meteoriti. Infatti, è impossibile ricreare artificialmente le figure di Widmanstatten, almeno come si osservano nelle meteoriti, perchè queste si originano mediante un processo di raffreddamento estremamente lungo.

Le figure di Widmanstatten evidenziano un orientamento delle lamelle di taenite e kamacite secondo una simmetria ottaedrica. Da ciò deriva il nome "OTTAEDRITI" con il quale si definisce quello che è il tipo più comune tra le sideriti.

Le ottaedriti possono essere ulteriormente suddivise per lo spessore delle lamelle, in pratica quelle molto grosse sono indicate con il simbolo Ogg (spessore da 3.3 a 50 mm), quelle grosse con Og (da 1.3 a 3.3 mm), quelle medie con Om (da 0.5 a 1.3 mm), quelle sottili con Of ( da 0.2 a 0.5 mm) e infine quelle molto sottili con Off ( <0.2 mm).

Sezione di una delle meteoriti trovate presso Gibeon, Namibia. L'esemplare trattato con acido, evidenzia la struttura lamellare sottile disposta con simmetria ottaedrica (IVA). (Collezione M. Eltri)

Per completare la suddivisione strutturale delle sideriti, bisogna aggiungere le Esaedriti e le Ataxiti, le prime caratterizzate da un contenuto medio di nichel inferiore a quello delle ottaedriti e compreso tra il 4.5% e il 6.5%, le seconde invece contenenti più del 16% di cichel.

Trattando con Nitol una superficie levigata si mettono in evidenza delle linee sottilissime disposte con simmetria esaedrica, una struttura individuata per la prima volta nel 1848 da Franz Ernst Neumann e per questo motivo chiamata "linee di Neumann". Al contrario le ataxiti non possiedono alcuna struttura evidente.

Tale classificazione non è sufficiente ad identificare proprio tutte le sideriti, dato che alcune infatti sono classificate anomale. Tra queste quelle che contengono una percentuale elevata di noduli di troilite o inclusioni di silicati.

Sezione di una meteorite trovata a Guadalupe Y Calvo, Chihuahuahua, Messico. Nell'esemplare trattato con acido, si possono notare numerose linee scure molto sottili (linee di Neumann). (Collezione M. Eltri)

Sempre a proposito delle sideriti, oltre alla suddivisione strutturale esiste una classificazione più particolareggiata, data dall'analisi chimica, che questa si basa particolarmente sul contenuto di elementi quali nichel, gallio, germanio e iridio.

Dall'analisi chimica è possibile suddividere le sideriti in quattro gruppi principali (I, II, III, IV), più alcuni sottogruppi.

Complessivamente la classificazione chimica suddivide le sideriti in 17 gruppi: (IA, IB, IC, IIA, IIB, IIC, IID, IIE, IIF, IIIA, IIIB, IIIC, IIID, IIIE, IIIF, IVA, IVB). Rispetto alla classificazione strutturale, i diversi gruppi determinati dalla classificazione chimica possono più verosimilmente essere legati ad altrettanti corpi progenitori.



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